19 luglio 2023

I successi della 24ORE Business School: dal master alla carriera di Marketing Manager con Chiara Menegatti

Scopri la storia professionale di un ex studentessa della nostra scuola. Ecco come il master ha influito sul suo iter professionale

Chiara Menegatti, professionista del marketing, ci racconta il suo percorso di carriera, dopo la formazione.

Chiara, di cosa ti occupi oggi e qual è il tuo percorso professionale?

In qualità di marketing manager all’interno di Chatwin (società che supporta la crescita e lo sviluppo internazionale di aziende tech ad alto potenziale nel settore B2B), mi occupo di costruire una solida, affidabile e riconoscibile identità del brand aziendale sul mercato italiano ed EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). Per fare questo, le mie mansioni spaziano sia online che offline, grazie alla strutturata presenza su LinkedIn e a numerose attività che mirano a far conoscere la vasta gamma di servizi che Chatwin può offrire al mercato, quali meeting e tavole rotonde con esperti di settore, occasioni di networking in cui gettare le basi per nuove opportunità lavorative e accrescere il portfolio clienti, continue relazioni con l'ufficio stampa e organizzazione eventi.
Grazie alla mia pregressa esperienza lavorativa, ho sempre nutrito una forte passione per l’economia, che mi ha portata inizialmente a svolgere la professione di commercialista presso lo studio professionale Pirola Pennuto Zei & Associati, per poi decidere di virare sul marketing. Ecco giustificata la mia partecipazione al master full time presso la 24ORE Business School in Comunicazione, digital media e social strategy, che mi ha permesso di unire il mondo dell’economia a quello del digital e del social, diventando ben presto una social media strategist presso l’agenzia di comunicazione AIM Communication, con sede a Milano.

Raccontaci come il Master Full Time in Comunicazione, Digital Media e Social Strategy (ora ribattezzato Master in Digital Communication e Social Media Management) conseguito alla 24ORE Business School ha contribuito alla tua formazione?

Inizialmente spaesata da questa nuova esperienza poiché provenivo da un ambiente lavorativo già strutturato, devo dire che a primo impatto mi sono sentita un po' un pesce fuor d'acqua. Tuttavia, nonostante l'esperienza al master sia stata duramente colpita dalla pandemia, privando noi studenti della possibilità di vivere in presenza l'ideazione dei project work, ho apprezzato la grande esperienza dei docenti che si sono alternati durante le lezioni, cercando sempre di dare un taglio pratico alle spiegazioni teoriche.
Il maggior contributo che il master mi ha fornito è stata la capacità di fare networking, il vero valore aggiunto di quest'esperienza: alla fine tutto si riduce nel saper creare connessioni, da coltivare poi col tempo.

Qual è stata la forza del Master?

La vera forza del master è stato proprio il networking: ho avuto la possibilità di conoscere importanti figure del mondo della comunicazione con cui avere confronti sia professionali sia personali. Addirittura, con alcuni docenti è anche nato un rapporto lavorativo post master.
Nonostante rispetto al mondo del lavoro il master sia un luogo ovattato, è un ottimo terreno fertile anche per incrementare soft skill quali comprensione, lavoro di squadra, empatia, dal momento che perfetti sconosciuti si ritrovano nella stessa classe non solo a condividere variegati background di vita e accademici, ma anche diverse aspirazioni e sogni.

Perché e a chi consiglieresti questo percorso?

A meno che, come nel mio caso, qualcuno voglia totalmente cambiare ramo lavorativo di specializzazione e quindi colmare un gap accademico-culturale dovuto ad altri precedenti studi, consiglierei un percorso di master a chi ha terminato gli studi universitari (triennale o magistrale che sia), in quanto lo considero come il coronamento di un'esperienza di studio che, a differenza dell'università, comincia a far toccare con mano il mondo del lavoro.

Cos'è per te il successo? Di quali ingredienti si compone dal tuo punto di vista?

Premetto che non sono una fan di questo tipo di domande! Diciamo che ormai viviamo in una società dove tutto cambia alla velocità della luce, dove è difficile stare sempre sul pezzo: è quasi come se il successo si dovesse misurare solo sulla base di ciò che si ottiene nel minor tempo possibile, quasi come se si dovessero bruciare le tappe. Io credo che il vero successo sia godersi il proprio tempo: il tempo è la risorsa più preziosa e la più scarsa che abbiamo, quindi quando arriviamo a viverlo nel modo che riteniamo più in linea coi nostri valori e la nostra persona, allora direi che possiamo definirci persone di successo.

Il successo è un qualcosa di talmente soggettivo, che mi viene difficoltoso definirlo: senz'altro una buona dose di fattore C nella vita aiuta sempre, ma nulla batte la costanza e la voglia di uscire dalla propria comfort zone per vedere fino a dove possiamo arrivare.

Ritieni di aver raggiunto il successo?

Credo di essere ancora in divenire, sia sul piano della realizzazione personale sia sul piano professionale. Le mie eterogenee esperienze lavorative mi hanno insegnato che spesso ci accorgiamo dei nostri successi solo col tempo, perché mentre siamo nel bel mezzo dell'azione non facciamo caso a quanto ci accade intorno. Inoltre, se ci aggiungiamo che per indole sono una persona che tende a non sedersi sugli allori ma ad alzare sempre l'asticella, difficilmente posso dire di aver raggiunto il successo.
Tuttavia, col passare degli anni ho potuto piacevolmente constatare che tutte le esperienze che ho fatto mi hanno portato a essere la persona che sono ora: lavorativamente parlando, anche se di primo acchito può sembrare che le professioni che ho svolto siano totalmente sconnessa l'una dall'altra, posso assicurarvi che così non è. Il modus operandi che ho acquisito durante la mia carriera da commercialista l'ho applicato anche successivamente: la precisione, la puntualità e l'attenzione ai dettagli sono state tutte skill estremamente utili sia per lavorare come social media strategist, sia ora che occupo la posizione di marketing manager. Anche il lavoro di squadra è sempre stato dalla mia parte, complice il mio lato estroverso.
Quindi, tirando le somme, penso che la strada del successo sia ancora lunga, forse senza meta; imparando a godermi il viaggio più che ossessionarmi per il risultato finale, posso affermare di essere fiera di essere arrivata dove sono ora.

Ci sono degli errori grazie ai quali sei diventata la professionista di oggi?

Credo sia necessario fare una distinzione fra errori e lezioni: i primi sono tali se li consideriamo fini a loro stessi; il punto sta proprio nell'imparare dagli errori affinché si trasformino in lezioni. Ogni esperienza negativa vissuta in ambiente lavorativo può trasformarsi in un'opportunità di crescita personale e professionale, che spesso può portarci al risultato sperato più di quanto non immaginiamo.
Ad ogni modo, certo che ho commesso errori! Sono umana, ci mancherebbe. Sarei ipocrita nel dire che non mi abbiano segnata o non mi ci abbiano fatto rimanere male: so essere la peggior giudice di me stessa e spesso anche il mio più grande ostacolo. Col passare del tempo sto provando ad accettare il fatto che sono dei tasselli di un disegno più ampio, che mi hanno insegnato a fidarmi di più del mio istinto e anche a cambiare strada.
L'errore più grande che si possa commettere è il non provare, perché magari si voleva arrivare in perfette condizioni a una data occasione: in tutti questi casi, "fatto è meglio di perfetto", quindi il mio consiglio è di sporcarsi le mani e avere fiducia in sé stessi, mettendo già in conto che nella vita commetteremo errori, ops, volevo dire lezioni!

Condividi con noi il tuo sogno lavorativo?

Spero di non essere politically incorrect, ma il mio sogno lavorativo consiste nel lavorare il meno possibile e godermi la vita il più possibile. Non fraintendetemi, non sto insinuando che il lavoro non sia importante: sono convinta che il lavoro nobilita l'uomo, ma è bene non identificarsi in ciò che facciamo. Mi spiego meglio: a mio avviso, la società odierna ci porta sempre di più a identificarci in ciò che facciamo, nel lavoro che svolgiamo e nelle mansioni che portiamo a termine, altrimenti non valiamo niente.
Ecco, dal momento che spesso do più peso al fare che all'essere, ho provato sulla mia pelle che non esiste cosa più sbagliata. Noi siamo ben altro oltre al nostro lavoro, che senz'altro è importante, perché ci insegna a rispettare scadenze, portare a termine obiettivi e spingerci oltre i nostri limiti. Ma ricordiamoci che ciò che riempie le nostre vite sono i nostri cari, i nostri affetti, le nostre passioni e il prendersi cura di noi stessi.
Attraverso il mio lavoro e quindi anche il mio modo di essere, mi auguro di avere un impatto positivo su chi mi sta attorno: perché dall'uno si può arrivare a tanti e, grazie all'effetto domino, tutti possiamo contribuire a realizzare i propri sogni e anche quelli altrui.

Autore: Maria Teresa Melodia, Head of Social e giornalista professionista


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