28 marzo 2024

Mariangela Marseglia, vicepresidente di Amazon: "Il talento conta più delle competenze, che vanno sempre aggiornate"

La manager di Amazon è stata protagonista del Ceo Talk condotto dal giornalista Pierangelo Soldavini. Dalla formazione "outside the box" ai consigli per avere successo nel retail online fino al gender gap, ecco i passi principali dell'intervista.

Di seguito un estratto dell'intervista a Mariangela Marseglia, VP & Country Manager di Amazon Italia e Spagna, ospite della serie di eventi ribattezzati 𝘊𝘌𝘖 𝘛𝘈𝘓𝘒𝘚 dedicati all'Executive MBA di 24ORE Business School e ideati per cercare di capire che cosa vuol dire guidare un'azienda importante, come ha spiegato il giornalista Pierangelo Soldavini, moderatore dell'incontro.

Marseglia, che percorso ha fatto per arrivare alla posizione che ricopre in Amazon?

"Liceo Classico e poi Laurea in Economia e Commercio. Una formazione strana per una persona a capo di un'azienda di tecnologia e logistica".

In che senso Amazon è un'azienda tecnologica?

"Amazon è difficile da definire: è infatti conosciuta come uno dei più grandi negozi, da cui puoi comprare centinaia di milioni prodotti, che spesso ti arrivano in giornata grazie a un'infrastruttura logistica importante, che è alimentata da un contenuto di tecnologico altissimo. Noi usiamo ad esempio nei nostri processi logistici molta intelligenza artificiale, che ci consente di fare una programmazione precisa dell'inventario. Serve moltissima tecnologia per far funzionare un'azienda complessa come Amazon. Siamo essenzialmente un'azienda tecnologica che applica la tecnologia, nel caso dell'e-commerce, al mondo della logistica.

Noi siamo un business di persone, le stesse - tante - che fanno muovere la macchina. Solo in Italia siamo 18 mila persone. Essere leader di un'azienda come questa significa avere come dote principale quella di saper far funzionare le persone, piuttosto che gli algoritmi".

Cosa vuol dire lavorare in un grosso gruppo come Amazon a livello locale?

"Per me essere italiana a capo di un'azienda di origine americana che opera in Italia è il valore aggiunto: mi consente di comprendere bene il mercato in cui ci muoviamo, presupposto fondamentale per non diventare un'azienda aliena al contesto circostante. Infatti, una delle attività principali di cui mi occupo è quella di fare 𝑡𝑟𝑎𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙𝑒 del nostro modo di essere, acquistare, fare business per l’headquarter negli Stati Uniti.

Di fatto, questo è tra i compiti dei manager locali di aziende multinazionali: da un lato, significa prendere il meglio del modo estero di fare business e trovare il modo di declinarlo in Italia; dall'altro, porta ad avere grande libertà nel cogliere le varie opportunità locali. E noi stiamo proprio cercando di scoprirle e valorizzarle. Ne è un esempio la collaborazione che abbiamo con le piccole e medie imprese italiane: un'azienda grande come Amazon ha la possibilità di unire questo patrimonio, metterlo a sistema e farlo funzionare secondo dinamiche globali, facilitando prima di tutto l'export".

Quali sono i segreti per gestire con equilibrio l'e-commerce e il negozio fisico, l'online e l'offline?

"Consiglio di evitare di dare per scontato che tutto quello che funziona offline funzioni online, perché sono due mondi diversi. Nel mondo digitale l'acquisto è più razionale, paga molto la semplicità e l'immediatezza piuttosto che la sfera emotiva, quindi è cruciale capire e imparare le leve su cui spingere per avere successo nel business online".

Parlando di gender gap, nel mondo delle imprese le donne in posizioni apicali non sono così frequenti. Quale percorso va fatto?

"Le donne sono più skilled degli uomini, non solo in Italia ma nel mondo. Le donne hanno infatti un livello di formazione universitaria e post universitaria più alta di quello degli uomini. Il problema è che andando avanti nella carriera si crea uno iato, perché sia le aziende sia i governi non fanno delle politiche adeguate affinché il talento femminile sia utilizzato. Di fatto, il carico della famiglia è purtroppo molto di più sulle spalle delle donne, che spesso sono penalizzate dalla maternità.

La storia la conosciamo. Quello che facciamo noi in Amazon è mettere in campo delle politiche di vera flessibilità per cui le donne possono decidere di continuare a lavorare anche dopo la nascita di un figlio. Come? Turni flessibili e congedi di paternità più lunghi dei 10 giorni previsti dalla legge. Di fatto, le donne hanno bisogno di strumenti di conciliazione di lavoro e famiglia e hanno bisogno dell'aiuto degli uomini.

In tema di salari, le dipendenti di Amazon sono pagate tanto quanto gli uomini, perché sono ugualmente competenti e non c'è motivo per cui debbano guadagnare di meno; Amazon è infatti la prima azienda in Italia del settore e-commerce ad aver ottenuto la certificazione di parità di genere".


Ringraziamo Mariangela Marseglia per aver condiviso con noi la sua preziosa esperienza manageriale.

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