26 giugno 2023

Content Creator: cosa fa e come diventarlo

L’interprete del reale in alfabeto digitale. Una figura cruciale che ha il compito di trasformare idee, pensieri e parole in opportunità concrete di informazione, conoscenza e interazione con il pubblico di riferimento.

Il Content Creator crea e condivide contenuti di valore e interessanti per il proprio pubblico di riferimento su piattaforme digitali come blog, social media, video, podcast o altre forme di media online.

Ce ne parla Giulia Strippoli, Conduttrice & Regista - Radio Popolare e Alumna del Master Full Time Content Creation per Podcast, Radio, TV e New Media.


Chi è e cosa fa il Content Creator

Partendo dal presupposto che viviamo in un mondo dove il digitale regna sovrano, la figura del Content Creator si erge ormai tra i professionisti indispensabili all’interno di una qualsiasi struttura, sia essa una grande azienda o un’impresa familiare. 

Ciò che però spesso non consideriamo, è che una buona attività di content creation parte anche da una buona capacità di ascolto e lettura del mondo intorno a sé. Il racconto della realtà concreta all’interno del magico mondo del web ha, secondo me, l’estremo e inarrivabile vantaggio dell'infinita diffusione e potenziale viralità ma coltiva al suo interno il rischio di risultare una goccia in un oceano. Per questo è importante che il content creator sia in grado di trasformare idee, pensieri e parole in vere e proprie occasioni di informazione, conoscenza e/o scambio con il proprio pubblico, a prescindere da quale sia il settore o l’ambito.

Nel mio lavoro in radio, ad esempio, creare contenuti significa selezionare gli argomenti di cui parlare, consapevole che il bello e il brutto di questo stesso mezzo è l’intimità che si crea tra speaker e ascoltatori. Al che, la domanda necessaria da farsi è presto data: mi è utile?

Pensiamoci un attimo, ripartendo dall’intimità di cui parlavo. Nella vostra casa con la fibra ottica, fareste mai entrare il venditore che vi propina l’enciclopedia cartacea? A meno che non siate degli appassionati del vintage, la risposta è no. Perché? Ma ovviamente perché è inutile. A cosa serve, oggi, una collezione di 37 tomi in libreria quando senza nemmeno sprecare carta e con un click, ho accesso allo scibile umano? 

I Content Creator, che siano essi speaker, influencer, podcaster o storyteller digitali, hanno la missione di catturare l'attenzione e offrire un'esperienza. Attraverso una visione creativa, offrono la loro interpretazione della realtà, permettendo una connessione con il pubblico su un livello più profondo che a sua volta, crea connessione. E tac! Ecco che ci piacciono i profili dei nostri creator preferiti. Li seguiamo, ne leggiamo e ascoltiamo; attraverso di loro, vediamo parte del loro (e nostro) mondo. Pensate a un podcast che vi faccia sentire come se foste seduti attorno a un fuoco a raccontare storie; un video che vi emoziona fino alle lacrime o quel vlog che incanta e trasporta in mondi lontani. 

Ovviamente, questo è il mondo digital, non quello delle favole.

Tutte le forme di content creation, infatti, presuppongono la conoscenza delle piattaforme social e digitali, delle strategie di marketing e degli strumenti per la rilevazione dei risultati. Non a caso, il mestiere si impara sul campo, ma la teoria è importante studiarla in classe. Quello che sto cercando di dirvi però, è che non c’è strategia che tenga se il nostro contenuto non è centrale, ben fatto, ponderato. 

Content is the King, e partire dalla realtà, raccontata con la lente della creatività, è il mondo migliore che conosco per essere originali e stimolanti.

In conclusione, se mai vi è balenata la domanda del perché questa professionalità oggi stia diventando così importante e richiestissima, è proprio perché nella creazione di contenuti, è racchiusa la competenza dello studio e l’esperienza personale di chi si esprime. Nelle varie forme di linguaggio (radio, podcast, social, etc), i Content Creator raccontano il mondo che li circonda o spingono il proprio pubblico a disegnarlo insieme. (Okay sì, meno romanticismo! Ma social activism per call to action del target mi smorzava tutto l’incantesimo. E questo, per me, è un mondo troppo magico). 


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