29 novembre 2024
Innovazione, sostenibilità e procurement: le tre tendenze chiave per il futuro delle imprese, nella partnership tra 24ORE Business School e Pneumax
Nel panorama aziendale odierno, le imprese devono affrontare sfide legate ...
La finanza sostenibile è un approccio all’investimento che sta guadagnando sempre più attenzione nel mondo degli affari, sempre più concentrato sulla sostenibilità in tutte le sue dimensioni. Il principio base è che uscire dalla logica eccessivamente ossessionata dai risultati di breve termine aiuta a costruire in maniera lungimirante il business di domani. Non focalizzarsi sul solo rendimento finanziario, ma anche sull’impatto ambientale, sociale e di governance (ESG) è una crescente richiesta di tutti gli stakeholder alle imprese di contribuire grazie alla forza dei loro profitti alle sfide più urgenti del nostro tempo, come il cambiamento climatico e l’ineguaglianza sociale. Inoltre, le normative stanno diventando sempre più favorevoli, con i governi che incoraggiano gli investimenti sostenibili attraverso incentivi fiscali e altre misure.
Giovedì 15 febbraio è stato inaugurato il primo degli Open Day del 2024 dedicato ai professionisti, che in apertura si arricchisce di un momento di approfondimento dedicato al change management come strumento di crescita sostenibile per l’azienda. In questo primo appuntamento il focus è stato la finanza sostenibile di cui si è discusso con Paolo Calcagnini, Chief Financial Officer di Saipem, piattaforma tecnologica e di ingegneria avanzata per la progettazione, la realizzazione e l'esercizio di infrastrutture e impianti complessi, sicuri e sostenibili. Una grandissima occasione per ascoltare il punto di vista sulle nuove opportunità e sfide del settore dalla viva voce di un Top manager di primo livello che le vive tutti i giorni.
Contribuendo a costruire un futuro migliore, la finanza sostenibile rafforza la reputazione di un’azienda. Il suo consenso si basa su quello che dicono i suoi supporter, ad esempio i dipendenti, i clienti e gli investitori soddisfatti, e i suoi detrattori, gli avversari e gli stakeholder insoddisfatti. C’è poi la fetta più grande che non si esprime o che può cambiare parere sulla base dell’esperienza diretta o dell’influenza delle precedenti categorie. Per questo la reputazione è così importante per il business: se da un lato rende l’azienda più rispettata e attraente, dall’altro può tradursi in maggiore fiducia e fedeltà da parte di tutti: clienti, talenti e investitori.
Con l’aumento della consapevolezza dei problemi ambientali e sociali, questi ultimi, stanno cercando opportunità di investimento sempre più responsabile. Le scelte degli investitori svolgono dunque un ruolo chiave nel guidare il cambiamento, utilizzando i loro capitali per influenzare le pratiche aziendali. Come? Ad esempio, orientandole verso la compensazione delle risorse utilizzate lungo la filiera, l’adozione di energie rinnovabili e di modalità virtuose come l’agricoltura sostenibile e la promozione di un consumo responsabile da parte dei clienti. E ancora, nel sostegno di buone cause e delle comunità locali, nella creazione di luoghi di lavoro inclusivi e meritocratici e nell’attuazione di iniziative di welfare aziendale.
Nel 2021 Gartner, multinazionale che si occupa di consulenza strategica, affermava che la maggior parte degli investitori considerava le aziende con una scarsa informativa ESG (Environmental, Social and Governance) come proposte di investimento più rischiose. La società di consulenza strategica suggeriva ai CFO di migliorare la reportistica della propria organizzazione per un migliore accesso al capitale, alla performance delle azioni e alla fidelizzazione dei clienti. L’approccio prevalente è collegare il racconto dei propri obiettivi e del proprio contributo concreto agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
L’invito di Gartner è di costruire il proprio business sostenibile trovando ognuno il proprio modo di bilanciare redditività e sostenibilità e di contribuire al benessere comune. La sfida è ottenere alti ROI di marketing e bassi costi di acquisizione dei clienti investendo in prodotti e servizi con filiere trasparenti e sostenibili (tanto fanno anche le certificazioni obbligatorie e volontarie) e in marche strategicamente impegnate in cause sociali e ambientali come fattore identitario. D’altro canto, bisogna saper mostrare la propria resilienza a rischi strategici come l’intervento di nuove normative o di una minore fedeltà dei clienti verso settori o aziende poco sostenibili. Non ultimo, politiche volte al benessere economico, mentale e fisico dei dipendenti sono un indicatore che guida le scelte di investimento.
Reportistica e non solo. Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando anche il settore della finanza aziendale, che vive di dati e della capacità di raccoglierli e di analizzarli. La possibilità di automatizzare le attività di routine permette di risparmiare tempo e di ridurre gli errori nella raccolta dei dati, lasciando il giusto tempo all’interpretazione “umana”. Pensate anche solo agli strumenti che leggono le ricevute e le fatture e che riescono a categorizzarle in base ad un elenco di voci di spesa o a liste di fornitori precaricati nel sistema: un prezioso aiuto per il team per rendere la loro operatività più efficace ed efficiente. In termini di controllo di gestione, accedere allo storico permette di generare velocemente e a basso costo report con una modalità di visualizzazione che facilita la lettura dei dati. A livello più strategico, invece, potersi avvalere dell’intelligenza artificiale favorisce l’analisi predittiva, la capacità cioè di fare previsioni sulle spese e sul futuro ritorno degli investimenti. Tutte attività che permettono di prendere decisioni informate e di lavorare in tempo reale sull’ottimizzazione dei piani aziendali.
Autore: Stefano Chiarazzo, Digital Reputation Senior Advisor - Pubblico Delirio
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