24 marzo 2023

Tre novità della professione lobbistica del 2023

Oggi assistiamo a un maggior coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni non governative nella definizione delle politiche pubbliche, rendendo la professione lobbistica sempre più sfidante e complessa da gestire.

Negli ultimi anni la professione lobbistica ha suscitato sempre maggior interesse, grazie anche alle recenti trasformazioni del contesto sociale, economico e politico.

I lobbisti devono ora considerare una vasta gamma di attori e interessi diversi, e adottare nuove metodologie e approcci per co-creare politiche pubbliche e gestire le relazioni con queste organizzazioni.

Ne abbiamo parlato con Gianluca Sgueo, Professore in Digital Democracy presso l'Ecole d'Affaires Publiques di SciencesPo Paris e Coordinatore Scientifico del Master Corporate Communication, Lobbying & Public Affairs di 24ORE Business School, che ha riassunto per noi le 3 più importanti novità di questo settore.


Le principali novità nel mercato professionale della rappresentanza di interessi

Il 2023 si è aperto con tre importanti novità nel mercato professionale della rappresentanza di interessi:

  1. Prima è la dematerializzazione dei processi produttivi. Parliamo di un fenomeno iniziato qualche anno fa – ma che ha acquisito importanza soprattutto a partire dal 2020, complice la pandemia. Con la produzione di beni intangibili – dati e servizi – che acquisisce importanza, le professioni intellettuali – public affairs, comunicazione, rappresentanza degli interessi – devono aggiornare rapidamente le competenze alla domanda espressa dal mercato. Impresa non semplice. Il World Economic Forum stima che, solamente negli Stati Uniti, nei prossimi quattro anni la transizione digitale farà sparire 85 milioni di posti di lavoro (in compenso ne creerà altri 97 milioni, in posizioni e aree parzialmente o del tutto inedite). La rapidità con cui il mercato delle competenze cannibalizza le professioni, imponendo nuovi standard e nuove conoscenze per accedere alle posizioni lavorative più ambite, non ha precedenti nella storia moderna. 

  2. La seconda novità importante riguarda l’erogazione delle prestazioni professionali, anche qui soprattutto quelle intellettuali. Un dato eclatante: nel 2022, in Italia, il numero di lavoratori da remoto ha raggiunto i 3,6 milioni di unità, tra settore pubblico e privato. L’idea di ufficio come perno intorno cui ruota l’erogazione delle prestazioni professionali si avvia alla desuetudine. Ai professionisti questo cambiamento chiede di ripensare loro stessi: come gestire le relazioni personali e professionali? Ha ancora senso spendere cifre astronomiche per sedi di rappresentanza utilizzate sempre meno? Un incontro virtuale ha lo stesso peso di un incontro di persona? 

  3. Terza grande novità è l’esercizio della professione della rappresentanza. Ai professionisti che operano nel mercato delle relazioni istituzionali non basta più creare canali di interlocuzione con i decisori pubblici. Occorrono anche capacità di raccogliere e analizzare flussi di dati, da fonti diverse; saper immaginare strategie efficaci di comunicazione politica, attraverso i principali canali social e media tradizionali; occorre soprattutto la capacità di creare consenso e fiducia su temi controversi (e in rapido mutamento), coalizzando tra loro voci e attori diversi, per generare valore nel dibattito pubblico 

La cassetta degli attrezzi del lobbista nel 2023 è un mix di competenze digitali, soft skills, narrazione pubblica e gestione del dissenso.

In conclusione, la parola chiave che cattura tutti questi trend e li rende comprendibili al professionista della rappresentanza, si chiama formazione: di base, avanzata ed executive.   


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