17 aprile 2025
Storie di successo: dal master a professionista del Public Affairs con Niccolò de Arcayne
Classe 1989, nato a Lussemburgo, Niccolò de Arcayne è un professionista affermato nel
...Le organizzazioni moderne si trovano di fronte alla sfida di adattarsi ai rapidi cambiamenti del mondo digitale per rimanere competitive. In questo contesto, diventa essenziale padroneggiare i comportamenti organizzativi e i metodi di lavoro necessari per operare in un ambiente digitale. Questi includono l'abilità di lavorare in modo collaborativo e flessibile, di adottare nuove tecnologie e di sviluppare una mentalità orientata al cambiamento.
In questo articolo esploreremo alcuni dei comportamenti organizzativi e dei metodi di lavoro chiave che sono necessari per lavorare con successo in organizzazioni già pronte per la sfida digitale.
Quando si parla ad esempio di user experience, social media marketing o cloud, ci riferiamo a competenze tecniche (hard skill) funzionali ad operare e sviluppare strategie in tutti gli ambiti di attività del Digitale.
Esistono poi anche una serie di soft skill, comportamenti organizzativi e metodi di lavoro che occorre padroneggiare per lavorare in organizzazioni già pronte per la sfida digitale, come startup o tech company.
Prendiamo ad esempio la pratica, di cui spesso di parla, del design thinking. Si tratta di una serie di tecniche con le quali gruppi di lavoro possono in tempi rapidi produrre idee innovative. La base spesso è costituita dall’osservazione ed analisi dei comportamenti, dei bisogni e delle frustrazioni degli utenti per poi generare rapidamente in modo collaborativo soluzioni in risposta a quei problemi. Agire in questo modo presuppone anche imparare a concepire l’innovazione non come atto creativo fine a se stesso, ma sempre come risposta efficace al bisogno di una categoria di utenti (user personas). E ciò avviene quasi sempre in gruppo, facendo leva sullo spirito collaborativo.
L’esecuzione delle soluzioni ideate dal gruppo di lavoro, in questo modo, poi è affidata a cicli rapidi di sviluppo che si alternano a rilasci e analisi continuativa dei feedback degli utenti sulle funzionalità sviluppate ed in base alle quali aggiungerne di nuove e correggere quelle esistenti.
Il processo appena descritto è in estrema sintesi quello che intendiamo per sviluppo agile, un approccio non più ormai legato allo sviluppo di software e applicativi, ma esteso sempre di più all’intera organizzazione nello sviluppo di qualsiasi progetto aziendale: focus sul need, rilasci ravvicinati nel tempo di versioni correttive/integrative, valorizzazione massima dei feedback degli utenti, qualunque essi siano (clienti, utenti interni, ecc.), per procedere con correzioni ed integrazioni basate su quegli stessi feedback.
Tutto ciò si sta affermando perché reso indispensabile dall’estrema mutevolezza e complessità dello scenario competitivo; la conseguenza necessaria sul piano culturale è l’adozione di una serie di nuove skill senza le quali l’approccio agile è semplicemente impossibile.
Entriamo più nel dettaglio:
capacità di collaborare ed interagire, perché nella complessità vince il gruppo e non l’individualità, sebbene eccellente (l’unione fa la forza). Uno sprint per il rilascio della prima versione di un nuovo prodotto o servizio richiede un lavoro di gruppo, cui partecipano tutte le aree direttamente o indirettamente coinvolte per studiare i need dei potenziali utenti: dal marketing, all’IT, al finance. Ognuno apporterà il proprio punto di vista e solo insieme, guidati dal focus sull’utente, il progetto potrà trovare la sua dimensione più corretta.
capacità di ascolto, tra linguaggi e punti di vista diversi nello stesso gruppo (la diversità fa la forza): ciò riguarda sia il gruppo di lavoro al suo interno ma anche l’attitudine ad ascoltare gli utenti/clienti. Nell’Era Digitale tutto è centrato su di essi, non sui processi, i vincoli o i prodotti dell’azienda.
capacità di analisi a partire dai dati, perché la risposta più efficace alla mutevolezza dello scenario si basa spesso sull’uso dei (big) dati, anziché sulle opinioni personali (i dati fanno la forza). I dati sono l’espressione tangibile dell’ascolto, la capacità di analizzarli richiede in primis un mindset diverso (facendo anche leva sul potenziale della tecnologia), oltre che competenze e figure specialistiche con cui sapersi relazionare
capacità creativa, per trovare soluzioni nuove ai problemi degli utenti dando vita a user/customer experience memorabili (la creatività fa la forza). Nell’epoca dominata dalla macchine, la capacità umana di elaborare soluzioni nuove per rispondere a problematiche ben precise viene esaltata. In altri termini, le macchine ci impongono di fare ancora di più gli esseri umani, perché alle attività meccaniche pensano loro.
resilienza, flessibilità e attitudine al cambiamento, perché, come appare evidente anche dagli ultimi anni, il nuovo mondo cambia ad una tale velocità che solo l’attitudine al cambiamento (a livello personale e organizzativo) è la migliore garanzia per il futuro (la resilienza fa la forza). L’organizzazione deve sapersi adattare, rigenerare dal suo interno in funzione delle continue spinte provenienti dagli ecosistemi in cui opera: Apple alla fine degli anni 90 era ormai un’azienda di nicchia di produzione di computer, Microsoft alla fine del primo decennio del 2000 ha rischiato di soccombere con l’avvento da un lato di Android (specie in ambito mobile) e dall’altro del cloud. Oggi sono tornate protagoniste, più che mai, pur essendo nate oltre 40 anni fa.
Gestire il cambiamento è un’attività che parte da ognuno di noi e che nell’organizzazione deve essere sostenuta da tutti, con la guida delle HR e del management.
È una sfida affascinante tra vecchio e nuovo che leggiamo ormai tutti i giorni sulle pagine dei giornali. Solo il tempo ci dirà chi ha saputo cogliere la sfida e rigenerarsi e chi soccomberà per non aver incoraggiato il cambiamento.
Autore: Marco Mazzini, docente e Coordinatore Scientifico del Master Innovation Strategy & Digital Transformation
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