22 marzo 2024

I successi di 24ORE Business School: dal master a HR manager con Alessandro Megaro

Scopri la storia professionale di un ex studente della nostra scuola. Ecco come il master ha influito sul suo iter professionale.

Alessandro Megaro, romano classe 1985, ci racconta il suo percorso di crescita nel campo delle risorse umane, dopo la formazione in 24ORE Business School.

Alessandro, di cosa ti occupi oggi e qual è il tuo percorso professionale?

Attualmente sono il responsabile HR di Yokohama TWS Italia, leader globale nel settore dei pneumatici. La mia precedente esperienza si è svolta in Allianz, dove ho ricoperto il ruolo di HR Business Partner e successivamente quello di HR Manager. La mia carriera è però iniziata in Leonardo, all’epoca Finmeccanica, nell’ufficio Relazioni Industriali. Insomma, il mio peccato originale è rappresentato dalla parte hard del nostro lavoro, ambito che ci si scolla poi difficilmente di dosso. Per il resto, con il passare degli anni, ho avuto le occasioni e la capacità di toccare con mano un po’ tutti gli ambiti HR, dalla selezione, passando per la formazione, per il welfare, per il talent e seguendo progetti nazionali ed internazionali.

Raccontaci come il Master conseguito alla 24ORE Business School ha contribuito alla tua formazione?

Il Master HR Specialist, gestito allora come oggi dalla bravissima content manager Francesca D’Urso, è stato un momento in cui ho apprezzato quel qualcosa in più che avevano da offrire le risorse umane a 360 gradi: fino a quel momento mi ero occupato di normativa, relazioni sindacali, benessere e welfare ed il master mi ha fatto aprire gli occhi su altri aspetti HR che fino a quel frangente non avevo mai davvero valutato.

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Qual è stata la forza del Master?

La forza del Master sta, da un lato, nel networking che è la vera sorpresa del nostro lavoro: capire cosa fanno altri professionisti, fare benchmarking, conoscere persone, sono tutti aspetti che necessariamente devono far parte del nostro background; mentre, dall’altro, in pochi week-end il percorso è stato – e lo è tuttora – in grado di farti assaggiare un po’ tutto il mondo delle risorse umane, fornendo alcuni spunti di riflessione che per una giovane o un giovane professionista sono molto importanti.

Perché e a chi consiglieresti questo percorso?

In generale non si può smettere di apprendere mai. Consiglio il master perché è una occasione di arricchimento personale e professionale. Del resto, senza cultura e senza conoscenza non siamo nulla.

Cos’è per te il successo? Di quali ingredienti si compone dal tuo punto vista?

Il successo credo sia essere in sintonia con sé stessi, sia nella vita che nel lavoro. Siamo stati cresciuti con l’idea di rincorrere la carriera senza chiederci veramente cosa conti veramente: avere successo è vivere con serenità ciò che si diventa, ponendosi traguardi raggiungibili e coerenti. Questo, che può sembrare banale (magari lo è anche), è un punto fondamentale per un HR: riuscire a capire cosa si può ottenere consapevolmente dalle persone. Ecco, parliamo sostanzialmente dell’altra faccia della medaglia, rispetto ad una più canonica riflessione personale.

Ritieni di aver raggiunto il successo?

Non lo so, credo che possa ritenermi per ora soddisfatto di ciò che ho raggiunto ma credo, allo stesso tempo, che la strada per acquisire competenze e nuove visioni sia ancora lunga e piena di elementi da scoprire. Sono giovane, mi mancano circa 30 anni di lavoro e qualcosa mi dovrò senza dubbio inventare!

Ci sono degli errori grazie ai quali sei diventato il professionista di oggi?

Si, assolutamente. Il bello è stato avere qualcuno che questi errori non li ha condannati e cavalcati ma anzi ha saputo analizzarli con me per insegnarmi come fare diversamente qualcosa. Nel mondo delle relazioni industriali l’errore è sempre dietro l’angolo, tra l’altro. Ne ho commessi tanti ma ciò che più di tutto mi ha fatto crescere è stato ricostruire determinate relazioni, dopo momenti di tensione e difficoltà, cercando di capire il mio interlocutore. Ho appreso tantissime lezioni anche dalla controparte ben più anziana ed esperta di me.

Nel tuo percorso professionale e umano c’è o c’è stata una persona o un personaggio fonte d’ispirazione? Insomma, chi è il tuo modello di successo?

Nella mia vita professionale ho avuto un mentore, un amico e, oserei dire, addirittura una specie di fratello maggiore, quello che per quasi 10 anni è stato il direttore HR dell’azienda presso ho lavorato: la sua pazienza, il suo entusiasmo e la sua voglia di considerare il mio sviluppo come fosse il suo, è stato uno dei più bei regali che una persona potesse farmi. La persona si chiama Marco Antonelli ed è un esempio di grinta, visione, professionalità ed entusiasmo che spero di tenere sempre a mente quando gli anni passeranno ed invecchierò anche io.

Condividi con noi il tuo sogno lavorativo?

Il mio sogno? Credo sia quello di poter dare una direzione strategica a una azienda in termini di gestione delle risorse umane, affinché i nuovi modelli di leadership e la cultura della fiducia e della libertà possano davvero trovare compimento pieno tra le persone e per le persone. La strada è lunga ma il mondo del lavoro sta cambiando. Magari ne riparliamo tra 30 anni!


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Autore: Maria Teresa Melodia, Head of Digital Content e giornalista professionista



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