27 marzo 2023

I successi della 24ORE Business School: dal master alla comunicazione d'azienda con Savino Dicorato

Scopri la storia professionale di un ex studente della nostra scuola. Ecco come il master ha influito sul suo iter professionale.

Savino Dicorato, manager nel settore della grande distribuzione, ci racconta il suo percorso di carriera, dopo la formazione.

Savino, di cosa ti occupi oggi e qual è il tuo percorso professionale?

Da poco più di due anni sono Responsabile Marketing e Comunicazione in ALDI Italia. Parte del Gruppo Aldi Sud, realtà multinazionale di riferimento della grande distribuzione organizzata, ALDI è un discount in forte espansione in Italia con più di 150 negozi e 3.000 collaboratori nel Nord Italia. Il mio doppio ruolo mi consente di declinare i messaggi e i valori aziendali per diverse audience, dai consumatori agli stakeholder terze parti, e di seguire a monte e a valle la filiera della comunicazione aziendale, dalla creazione di campagne brand alle attività di public e media relations.

Precedentemente sono stato Media Relations Manager in HEINEKEN Italia, dove nel corso di 10 anni mi sono occupato di tutti gli ambiti della comunicazione esterna ed interna e, ancor prima, PR Assistant in Yahoo! Italia per due anni. Il mio percorso professionale è cominciato in Puglia principalmente nel campo del giornalismo e dell’ufficio stampa politico e culturale.

Raccontaci come il Master in Media Relations conseguito alla 24ORE Business School ha contribuito alla tua formazione?

Ho conseguito il master full time in Media Relations (diventato poi Master Digital Communication e Social Media Management) a Milano nell’anno accademico 2007-2008, dopo aver completato il ciclo di studi universitari (triennale e specialistica) in Scienze della Comunicazione tra Roma e Bari.

Rispetto agli studi precedenti, considero il Master come un vero e proprio trait d’union tra scuola e lavoro. Il format pensato da 24ORE Business School rappresenta il giusto mix tra apprendimento e pratica. I docenti e i professionisti che si sono alternati in aula hanno sia curato gli aspetti teorici che fornito gli strumenti utili per muovere i primi passi nel mondo del lavoro. Ricordo che una delle espressioni più ricorrenti in aula era la celeberrima “cassetta degli attrezzi”. Valutavamo il valore di ogni giornata al Master con la quantità di strumenti che contribuivano ad arricchire questa cassetta. Il che dà anche l’idea di una professione, quella del comunicatore, che ritengo ancora molto legata all’artigianalità, al saper fare.

Qual è stata la forza del Master?

Mi occupo di relazioni pubbliche e non posso che mettere al primo posto la forza e il valore del network. Ancora oggi, a distanza di anni, le relazioni create al Master, sia tra studenti che con i docenti, sono un ottimo viatico per collaborazioni e partnership. Quasi tutti i professionisti che ho conosciuto grazie al Master sono stati o sono parte del mio percorso professionale in qualità di partner, clienti, colleghi o consulenti. Poco importa il loro ruolo, sono e sono stati tutti dei meravigliosi maestri e compagni di viaggio. La 24ORE Business School, dunque, è stata un collante tra professionisti che, prima o dopo, sono diventati punti di riferimento nel mio percorso professionale. Per non parlare del blasone dei docenti, alcuni dei quali sono tra i fondatori e i precursori delle PR italiane. Dei veri e propri totem della comunicazione, la cui reputazione è universalmente riconosciuta.

Perché e a chi consiglieresti questo percorso?

Qualche anno fa frequentare un master, di primo o secondo livello, era un modo per procrastinare l’ingresso nel mondo del lavoro aspettando tempi migliori e maggiore disponibilità all’assunzione per i datori di lavoro. Oggi il mercato della comunicazione è così vario e specializzato che non è più pensabile terminare gli studi con l’università. Nell’ottica di un percorso di formazione continua è determinante la scelta dell’ente erogatore. E per scegliere i fattori dirimenti sono quelli reputazionali e attitudinali. Partecipare ad un corso o ad un altro determina appartenenza. Direi quasi che studenti e master si scelgono a vicenda.

Le domande da porsi sono le seguenti: “quale corso mi rappresenta di più?”, “qual è l’ente più riconosciuto nella mia professione?”, “quali sono i partner e gli sbocchi professionali più probabili?”. Per me la 24ORE Business School ha rappresentato la risposta a tutti questi quesiti. Un nome autorevole, professionisti rinomati, una offerta formativa e un servizio placement in linea con le mie esigenze. Per non palare del fattore umano, tra docenti, alunni e organizzazione, che non potevo conoscere prima dell’iscrizione, ma che mi ha piacevolmente sorpreso durante i mesi del corso.

Cos’è per te il successo? Di quali ingredienti si compone dal tuo punto vista (es. pazienza, coraggio, fortuna, perseveranza)?

Secondo la Treccani il successo è un riconoscimento al proprio operato da parte degli altri. È implicito, quindi, che un successo per essere tale debba essere pubblico e valutabile su scale e parametri esterni che cambiano a seconda dell’opinione pubblica, del periodo storico e dei valori della comunità di riferimento. Il successo, quindi, non ha nulla a che fare con la soddisfazione personale, l’appagamento, la passione, l’etica. Mi piacerebbe associare il concetto di successo alla sfera personale e a ciò che lascia nel proprio bagaglio umano. Il successo può essere un percorso lineare o irto di ostacoli, pesante o leggero, trionfale o altalenante. Ma è sempre un viaggio. Secondo me il successo è aver raggiunto un punto B partendo da un punto A. Cambiare, muoversi, spostarsi, evolvere, applicare nuovi schemi, innovare. Questo è il successo.

Ritieni di aver raggiunto il successo?

Ritengo di aver intrapreso un percorso che non si è ancora compiuto, ma delle cui prime tappe posso dirmi soddisfatto. Ho la fortuna di svolgere il lavoro che mi piace, di poter scegliere cosa fare, di seguire i trend che più mi interessano. E ritengo di aver raggiunto una maturità e consapevolezza tale dei miei limiti e dei miei punti di forza da poter godere di un buon equilibrio tra vita privata e vita professionale. A volte dire qualche “no” aiuta.

Ci sono degli errori grazie ai quali sei diventato il professionista di oggi?

Se sono serviti a farmi crescere, non li definirei degli errori. Semmai degli inciampi, rallentamenti, punti di svolta. Tendo a minimizzare i rischi e a valutare bene ogni decisione se di mezzo c’è la reputazione dell’azienda che rappresento. Comunque si, nella mia vita professionale ho commesso degli errori, ma non ho mai ripetuto due volte lo stesso.

Condividi con noi il tuo sogno lavorativo?

Ho sempre voluto lasciare il segno, la firma. E questo significa sia dare valore aggiunto al cliente o all’azienda per cui si lavora, che essere stimati e ricordati dai colleghi. Soprattutto i più giovani. Mi piacerebbe portare la mia esperienza a chi oggi si sta affacciando al mondo del lavoro. Mi piacerebbe poter insegnare e restituire quello che ho appreso e assorbito in questi anni. Magari proprio nelle aule della 24ORE Business School. Perché no? Si chiuderebbe un cerchio.

Autore: Maria Teresa Melodia, Head of Social e giornalista professionista




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