28 febbraio 2024

Come scegliere e trovare il lavoro giusto per te. Alcuni consigli utili

Giulio Beronia, moderatore dell'Open Day di 24ORE Business School in programma il 6 marzo, fa il punto su quanto la consapevolezza di sé sia il primo passo necessario per orientarci nel dedalo di competenze e professioni nel mercato del lavoro.

Quando abbiamo iniziato a porci il problema di orientarci nel mercato del lavoro? Si tratta di un problema solo attuale e moderno? Approfondiamo il tema dell'orientamento in occasione dell'Open Day Master Full Time in programma il 6 marzo con ospite Carla Ferrero, Director di Ni-Cons Career Consulting e docente 24ORE Business School.

Etica del lavoro, ieri e oggi

I primi studiosi che si sono occupati di orientamento al lavoro erano psicologi francesi (Toulouse e Binet) che nei primissimi anni del ‘900 hanno gettato le basi dell’orientamento professionale, con un approccio che non separava i problemi sociali da quelli individuali; quell’ottica, in particolare, non prevedeva nessun conflitto tra la soddisfazione dei bisogni sociali e quella dei bisogni individuali. Il padre dell’orientamento americano, Franck Parsons, invece, metteva l’individuo al centro del meccanismo e i bisogni sociali passavano in secondo piano: per lui una buona scelta professionale si traduceva automaticamente in entusiasmo e amore per il lavoro.

Oggi, andare a riscovare queste teorie psicologiche da una parte fa un po’sorridere, dall’altra fa riconoscere in maniera lampante come sia cambiata l’etica del lavoro, oltre alle dinamiche del mercato del lavoro stesso. Studiosi ed esperti contemporanei ormai da oltre vent’anni sottolineano che le carriere professionali corrispondono più a un caos che non a una crescita vocazionale, rappresentando sempre più raramente una continuità, a dispetto di molteplici transizioni nel percorso professionale.

La ricerca di un impiego: un viaggio dentro e fuori noi stessi

Nel vasto panorama del mercato del lavoro odierno, allora, la ricerca di un impiego soddisfacente è ormai nei pensieri di chiunque un viaggio tortuoso, intriso di ostacoli seppure anche di opportunità, ma il più delle volte confuse.

Al di là delle considerazioni socioeconomiche e culturali, c'è un elemento cruciale da considerare prima ancora di immergersi in questa ricerca: il viaggio verso l'occupazione desiderata inizia inevitabilmente da dentro di noi stessi. È qui che prende forma la nostra preparazione, la nostra forma mentis lavorativa e le nostre abilità. Cercare lavoro non è soltanto una questione di invio di CV urbi et orbi e di attesa di risposte, ma un vero e proprio lavoro in sé, che richiede impegno, determinazione, pianificazione, strategie e una profonda consapevolezza delle nostre capacità, ma anche delle nostre incapacità.

Costanza e determinazione per raggiungere l'obiettivo

Ebbene sì: “cercare lavoro è un lavoro”, oggi sempre di più, perché si tratta di un’attività non dissimile da quella di un impiego tradizionale; anzi forse lo è di più, perché non siamo a conoscenza dei compiti e del ruolo che dobbiamo portare avanti, soprattutto in un contesto fluido e scivoloso come quello che il mercato e le nuove professionalità rappresentano. È necessario pianificare, organizzare e dedicare tempo ed energie alla ricerca delle opportunità, ma sempre più spesso ci troviamo a ideare una nostra professionalità, indipendentemente dalle posizioni aperte che cambiano sempre vorticosamente.

Allora creare un curriculum vitae efficace, fare una ricerca analitica e profonda delle job position disponibili, prepararsi alle job interview e adoperarsi nel networking con professionisti del settore a cui facciamo riferimento, non può diventare un’attività superficiale o da fare distrattamente. Come in qualsiasi lavoro, la costanza e la determinazione giocano un ruolo fondamentale nel raggiungere l’obiettivo.

Guardarsi dentro: il primo passo

Quando ci si trova di fronte alla ricerca di una prima occupazione (ma anche di una nuova occupazione) è però fondamentale comprendere che il primo passo cruciale è proprio guardarsi dentro. Questo significa valutare, non solo le proprie conoscenze e il proprio bagaglio di istruzione, o le competenze tecniche e formali, ma anche le soft skills: quelle abilità trasversali che delineano la nostra capacità di relazionarci con gli altri, di risolvere problemi e di adattarci a nuovi contesti. La consapevolezza di sé e la franchezza riguardo ai propri obiettivi sono i pilastri su cui costruire un percorso professionale.

Nel vasto labirinto del mondo del lavoro, la ricerca di un'occupazione soddisfacente si presenta sicuramente come una sfida complessa, dove il successo dipende non solo dalle competenze tecniche, ma questo dedalo di abilità richiede una comprensione approfondita delle varie sfaccettature che lo compongono, e la consapevolezza che ogni ruolo richiede un insieme specifico di competenze per essere davvero efficaci, o addirittura riuscire ad eccellere in un determinato compito.

E tu, in cosa sei competente?

Oggi è di moda classificare le competenze trasversali facendo riferimento a lettere (I, M, X, T) e immagini metaforiche, come il π greco o il pettine, facendo riferimento a livelli di specializzazione e interdisciplinarità diverse o a una combinazione di più aree di competenza approfondite o aree di conoscenza interdisciplinare che consentono agli individui di collegare gli ambiti e collaborare efficacemente con più funzioni all’interno di un team o di un’organizzazione.

Capire le diverse forme delle competenze e identificare quella che si applica al proprio livello di carriera, e ai propri obiettivi, è già uno strumento prezioso di riflessione sul proprio sviluppo professionale. Costruendo un insieme diversificato di competenze e conoscenze, si può essere meglio attrezzati per lavorare efficacemente con gli altri e affrontare i problemi complessi in modi innovativi. Quindi, chiediamoci, quale forma di competenza risuona di più in noi? Quali ambiti di competenza contigui al nostro profilo potremmo allenare?

Classificare le competenze in un rigido schema gerarchico o fare riferimento ad un campionario di competenze presenti per ogni mestiere, risulta obsoleto nel contesto lavorativo attuale. Invece, è fondamentale riconoscere che ogni abilità, che sia tecnica o trasversale, è portatrice di un valore unico. Le soft skills sono spesso sviluppate attraverso esperienze di vita e di lavoro, e in entrambi i casi diventano essenziali per il successo professionale, assumendo un ruolo sempre più centrale. Queste abilità non solo influenzano la nostra capacità di adattarci a nuovi ruoli e situazioni, ma sono spesso determinanti nella nostra crescita professionale e nel raggiungimento di nuovi obiettivi di carriera: capacità comunicative efficaci, capacità di problem-solving complesso, critical thinking, capacità di collaborare, sono solo alcune delle soft skills che le aziende ricercano oramai continuamente nei loro futuri dipendenti.

Aggiornamento continuo per essere competitivi

Sebbene le competenze tecniche siano cruciali in molte professioni, è importante riconoscere che queste sono soggette a un costante cambiamento ed evoluzione. Significa che gli individui devono essere disposti a impegnarsi nell'apprendimento continuo e nell'aggiornamento delle proprie competenze anche tecniche per rimanere competitivi sul mercato del lavoro. Così come le soft skills forniscono una base solida su cui costruire tutto questo, poiché sono per definizione trasversali e meno soggette all’obsolescenza. Al centro del concetto di soft skills si trovano dunque le life skills, ovvero quei tratti personali che influenzano la nostra capacità di adattarci, di relazionarci con gli altri e di gestire le sfide della vita quotidiana. Queste abilità, che includono la resilienza, l'empatia, la gestione dello stress e via dicendo, sono fondamentali per affrontare le sfide del mondo del lavoro e per emergere con soddisfazione in un ambiente sempre più complesso e mutevole.

Nell'era della velocità e della discontinuità, le competenze liquide, allora, emergono come una risorsa davvero preziosa; abilità che consentono agli individui di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e alle nuove situazioni, mantenendo una mentalità aperta e flessibile.

In questo scenario, allora, l'auto-riflessione e la ricerca di feedback sono strumenti preziosi per sviluppare questa consapevolezza e migliorare costantemente le nostre abilità personali e interpersonali. Oggi più che mai lo scopo dell’orientamento verso la professione e la carriera è rappresentato dalle sfide di conciliare i bisogni sociali con quelli di realizzazione personale. E non solo, come affermava Charlie Chaplin “è nel lavoro che si ritrova il senso dell’orientamento. Tutto il resto sono solo sogni irrealizzabili”: non dobbiamo dimenticare che forse è proprio l’apprendimento continuo a darci il senso del nostro percorso ogni giorno e in ogni fase della vita. Una vita moderna che ci richiede di renderlo sempre più adattivo e incrementale.


Autore: Giulio Beronia, Generational Workforce Strategist | Employee Inclusion & Branding Designer | People & Culture Audio Producer


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