05 giugno 2023

Se i dati potessero parlare: uno sguardo pratico sui Big Data

In un contesto di cambiamento così rapido, segnato da una velocissima evoluzione tecnologica, qual è il ruolo dei Big Data? E come l'Artificial Intelligence può essere utilizzata a supporto di quelli che noi definiamo Decision Makers?  

Siamo in un periodo in cui Intelligenza Artificiale e Machine Learning stanno facendo passi in avanti a una velocità incredibile. Allo stesso tempo, ci troviamo in un momento in cui, anno dopo anno, le capacità computazionali a disposizione, sia degli individui, che delle aziende, sono sempre sempre più grandi.  

In questo scenario, in cui abbiamo a disposizione, da un lato, algoritmi sempre più sofisticati e, dall'altro, una capacità computazionale sempre più potente, le aziende che riescono a sfruttare al meglio le grandi quantità di dati sono quelle che possono avere un importante vantaggio competitivo. 

La tematica è stata approfondita nell'ambito di una Open Lesson moderata da Stefano Barricella, Project Officer, Marketing e Communication di Spindox. Nel corso dell'incontro, sono intervenuti: Marco Boresta, Data Intelligence Research Engineer e Sabrina Bassetto, Mathematical Optimization Research Engineer - Spindox.


Artificial Intelligence e reti neurali

Avere tanti dati a disposizione non è sufficiente. Non basta, ad esempio, che un'azienda raccolga dati da dieci anni affinché possa utilizzare il Machine Learning per ottenere chissà quale vantaggio.

Il rischio è che se i dati che diamo in pasto agli algoritmi sono di scarsa qualità, perché magari sono stati raccolti in maniera disomogenea nel tempo, la qualità dei risultati che si riuscirà ad ottenere non sarà particolarmente elevata. Avere tanti dati a disposizione è importante, ma è altrettanto importante che questi dati siano il più possibile puliti. L'ideale sarebbe che qualcuno, soprattutto chi si trova ai vertici aziendali, riuscisse a guidare il processo di raccolta e archiviazione dei dati proprio avendo già in mente l'uso che se ne potrebbe fare.  

Come definire quindi l'Artificial Intelligence? E che cos'è e come funziona una rete neurale? 

L'AI comprende un'ampia gamma di approcci e metodologie, tra cui le reti neurali e l'apprendimento automatico (machine learning).

L'Artificial Intelligence (AI), o Intelligenza Artificiale, è un campo di studio e ricerca che si occupa di creare sistemi e macchine in grado di emulare, replicare o superare l'intelligenza umana in varie attività cognitive.

Le reti neurali sono un tipo di modello computazionale ispirato al funzionamento del cervello umano e sono state teorizzate nella prima metà del Novecento. Tra gli anni 50 e gli anni 70 sono stati scritti diversi articoli che descrivevano alcune proprietà teoriche delle reti neurali. C'era già lo scheletro di quello che esiste oggi, soltanto che a quei tempi mancavano i dati e la capacità computazionale, mentre oggi abbiamo dei computer infinitamente più potenti che hanno consentito questo sviluppo e questa evoluzione.

Le reti neurali sono un componente fondamentale dell'Intelligenza Artificiale e dell'apprendimento automatico. Il funzionamento di una rete neurale si basa sull'elaborazione di dati tramite un processo di apprendimento; una volta addestrate, le reti neurali possono essere utilizzate per effettuare predizioni o prendere decisioni su dati non visti in precedenza. Possono essere applicate in una vasta gamma di settori e sono diventate uno strumento essenziale per l'elaborazione dei dati complessi e la risoluzione di problemi.

Ad oggi, l'atteggiamento nei confronti della Artificial Intelligence, può essere sintetizzato con la contrapposizione, citando Eco, tra apocalittici e integrati. Una delle grandi preoccupazioni di quelli che possiamo definire gli apocalittici sta nel fatto che la Artificial Intelligence, presto o tardi, potrebbe sostituire l'uomo nel lavoro, con tutte le conseguenze negative del caso.

L'impatto dell'Artificial Intelligence sul mondo del lavoro e sul business

I dati ci dicono che negli ultimi quattro anni l'impiego dell'Intelligenza Artificiale in molti settori è aumentato del 270%.

Da un lato, l'AI offre opportunità straordinarie per l'automazione di compiti ripetitivi e la creazione di soluzioni intelligenti. Dall'altro, solleva preoccupazioni riguardo all'automazione di posti di lavoro e alla necessità di acquisire competenze complementari per adattarsi a un ambiente lavorativo in evoluzione. Tuttavia, se gestita saggiamente, l'AI può portare a una maggiore efficienza, innovazione e crescita economica, trasformando radicalmente il modo in cui lavoriamo e conduciamo il business.

L'Intelligenza Artificiale ha infatti un potenziale enorme e può creare nuovi settori di lavoro, e nuove opportunità.

Per utilizzare gli strumenti di Intelligenza Artificiale, ad esempio, c'è bisogno di profili tecnici che li implementino, che li mantengano e che li aggiornino, quindi non si tratta per il momento una sostituzione del lavoro umano ma semplicemente di una trasformazione.

Noi esseri umani possediamo, infatti, quella che si chiama intelligenza generalizzata; siamo dotati di pensiero astratto e di giudizio critico per la risoluzione di problemi, cosa che per il momento i programmi di Intelligenza Artificiale non hanno.

Siamo molto lontani dall'affermare che un giorno i computer sostituiranno gli esseri umani quindi non dobbiamo preoccuparci. Dobbiamo invece pensare all'Intelligenza Artificiale come a uno strumento che potrà creare nuovi settori di crescita e che potrà rivoluzionare quelli già esistenti.

Di conseguenza, ci saranno nuovi posti di lavoro in nuovi settori ma anche quelli che sono o saranno trasformati dall'avvento dell'Intelligenza Artificiale avranno bisogno di profili che possano mantenere, aggiornare e sviluppare questi servizi di Intelligenza Artificiale. 

L'importanza della Formazione

Mettiamoci nei panni di una persona che abbia voglia di specializzarsi sui temi di Artificial Intelligence e Big Data: quanto è impegnativo il percorso da intraprendere e quali sono gli investimenti da sostenere in termini di tempi, costi e formazione per raggiungere il giusto livello di esperienza e diventare quindi esperti di settore su questi temi?

Ormai esistono delle piattaforme create da dei tecnici del settore, chiamate le piattaforme di Intelligenza Artificiale, che permettono di sfruttare delle interfacce grafiche per costruire delle soluzioni di Intelligenza Artificiale, senza particolari skill di programmazione.

Quindi, se prima bisognava necessariamente avere delle conoscenze, sia di programmazione, sia dei modelli, adesso anche una persona che si sta approcciando da poco a questo mondo può già metterci le mani. Le piattaforme sono uno strumento valido che può effettivamente incrementare l'accessibilità di questo settore ad un'ampia platea, tuttavia avere delle conoscenze di base è molto importante, la formazione resta fondamentale.

Manca poi l'esperienza, ossia chi riesce a usare questi dati e a creare, implementare algoritmi per elaborarli e per estrarre contenuto informativo da questi?

Per un'azienda ci sono tre strade: assumere qualcuno che lo sa fare; formare qualcuno che ancora non lo sa fare, oppure rivolgersi ad aziende e realtà esterne che sono specializzate in questo settore.

Un costo che è sottovalutato, ma che è importante sottolineare è quello che si ha quando ci si affida in maniera sbagliata a questi algoritmi.

In conclusione, se i dati potessero parlare, probabilmente ci suggerirebbero di approfittare di un contesto in cui abbiamo a disposizione un enorme mole di essi e di approfittarne investendo anche, e soprattutto, sulla formazione. 


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