08 febbraio 2023

Data Science nell'arte e nella cultura

Abbiamo intervistato Cristian Rizzuti sul tema della Data Science nel mondo dell'arte e della cultura.

L'artista Cristian Rizzuti è stato selezionato dalla 24ORE Business School per partecipare alla Milano Digital Week, che si è tenuta nel mese di ottobre, con un’installazione interattiva e immersiva: “Milano Breath”. Il “respiro della città” è il modo dell’artista di far dialogare l’arte e la scienza, attraverso il medium che lo caratterizza: la luce. Trasformare la quantità di inquinamento in luce significa rendere fruibili dati scientifici, altrimenti complessi, traducendoli visivamente per una facile lettura. Questo significa attuare una democratizzazione dei dati attraverso il linguaggio artistico.


Dopo l’Accademia delle Belle Arti, un Master in Interactive Arts presso lo IUAV. Quando è nato il tuo interesse nei Data?

Sono sempre stato appassionato per la visualizzazione dei dati scientifici, fin dal liceo. Ho iniziato però a lavorarci durante la mia ricerca di tesi all’Accademia di Belle Arti. Ricordo un lavoro di Aaron Koblin, intitolato Flight Patterns dove si può visualizzare in una sola immagine il flusso del traffico aereo nell’arco di 24 ore attraverso gli Stati Uniti. Quest’opera d’arte esprime un po' il mio pensiero riguardo ai dati e al loro utilizzo, ovvero trasformare informazioni complesse, difficili da capire, e renderle accessibili a tutti per mezzo di nuove forme visive artistiche.

Ti definisci Multimedia Artist, ci racconti cosa sono per te i Data e come sei riuscito ad integrarli nella tua pratica progettuale? I Data sono per te un punto di inizio o di arrivo nelle tue installazioni? Sono uno strumento di espressione o il contenuto stesso?

I dati nei miei lavori sono un punto di partenza. Per esempio, in “Punti di fuga”, un mio lavoro del 2019, ho analizzato i dati riguardanti i flussi migratori a livello mondiale che sono stati trascritti poi in real time su tela da un sistema robotizzato. Il risultato è stato un trittico che rappresenta i flussi mondiali, quelli dall’Africa al Sud Europa e da quest’ultima verso il Nord Europa. Il lavoro di analisi e ricerca pregresso è durato due mesi: ho studiato gli spostamenti in aereo, in autobus e per mare, ho effettuato un’analisi sul numero di persone transitate in quel mese in alcune città e quante hanno perso la vita durante tali spostamenti. A ciascuna di tali variabili ho assegnato un codice grafico (punto, linea retta, linea curva) riprodotto poi dal robot. Il risultato finale è quindi un quadro colorato fatto di simboli, quasi un Kandinsky moderno, ma dietro quella rappresentazione c’è una storia fatta di numeri che raccontano fenomeni della nostra realtà contemporanea.

Milano Breath è la tua installazione interattiva progettata per la 24ORE Business School in occasione della Milano Digital Week. Quali sono i Data che hai voluto trasmettere al pubblico?

Per la Milano Digital Week ho presentato Milano Breath dove possiamo visualizzare il «Respiro della città» leggendo le dinamiche della metropoli, in base alle diverse condizioni di qualità dell'aria dello spazio pubblico. Fulcro del lavoro sono i dati open source prodotti dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria presenti in 24 punti della città di Milano. I dati intangibili sull’inquinamento acquisiscono concretezza e diventano visibili attraverso 24 barre a luci LED customizzate che emettono gradienti di luce dal blu al rosso a seconda dell’intensità dell’inquinamento in quell’area.

Formazione: una parola che ci accomuna. Oltre ad essere Multimedia Designer, sei anche Physical Computing Expert & Researcher presso l’Institute for Advanced Architecture of Catalonia di Barcellona. Cos’è per te la formazione, quanto ha influito nella tua poetica artistica e quanto nella tua vita professionale?

Per me fare formazione significa stimolare ad imparare un nuovo linguaggio. Nel mio caso per lo IAAC significa aiutare i miei studenti a capire come poter applicare le nuove tecnologie all’interno del mondo architettonico cercando di progettare spazi, edifici o nuove città interattive che possono mutare e adattarsi ai dati ambientali o alle persone che le vivono e circondano rendendole sostenibili e interattive. Questo mi stimola ad una ricerca quotidiana per poter scoprire nuovi materiali, nuove tecnologie e la loro applicazione sia in ambito quotidiano che artistico.

Idee di progetti futuri che ci puoi svelare?

Ho alcuni progetti al momento su cui sto facendo ricerca. Da qualche mese sto lavorando ad un'installazione interattiva che utilizza i dati sull'inquinamento acustico di alcune città.

Autore: Valentina Toscano


Cristian Rizzuti è un artista multimediale, classe 1986. Laureato in Arti Visive e Multimediali presso lo IUAV, appassionato di Digital Art e progetti multimediali interattivi, è sempre stato ispirato dalla scienza e dalla matematica. La sua ricerca personale si focalizza su tre sfere principali: percezione umana, spazi sinestetici e Wearable Technologies. Attualmente è docente di Physical Computing presso lo IAAC (Institute for Advanced Architecture of Catalonia) di Barcellona dove vive e lavora. 


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