14 marzo 2023

Fondo Nuove Competenze: un'opportunità da non perdere per le aziende

Incremento della dotazione finanziaria di 180 milioni di euro e scadenza dei termini prorogata al prossimo 27 marzo.

Il Fondo Nuove Competenze è un fondo pubblico cofinanziato dal Fondo sociale europeo che ha la finalità di offrire ai lavoratori l’opportunità di acquisire nuove o maggiori competenze e di dotarsi degli strumenti utili per adattarsi alle nuove condizioni del mercato di lavoro, sostenendo le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi.

Per approfondire, riprendiamo di seguito l'intervista rilasciata da Pier Maria Minuzzo, People Development Director di 24ORE Business School, per la testata Energyup.tech


L’estensione da parte del decreto Milleproroghe a tutto il 2023 dell’operatività del Fondo Nuove Competenze e la riapertura dei termini per la presentazione fino al 27 marzo delle domande rappresenta un’opportunità soprattutto per il mondo dell’industria e di quello siderurgico in particolare.

I tempi sono maturi per sdoganare un pregiudizio: che l’industria di base sia un’industria elementare, semplice e poco tecnologica. In realtà, oggi, siamo all’esatto contrario: questi settori sono quelli più toccati dalla rivoluzione dell’industria 4.0 che ha portato all’automazione e alla digitalizzazione di molti processi e all’acquisizione di una serie incredibili di dati, consentendo di conseguire dei miglioramenti sia produttivi che qualitativi.

Non solo efficienza ma anche stimoli interni: l’innovazione sugli impianti e sulle macchine, infatti, ha avuto come conseguenze da un lato la crescita del livello di sicurezza degli ambienti di lavoro e per i lavoratori e, dall’altro, una messa a valore di competenze tecniche prima rimaste inespresse perché soffocate da attività più operative e a minore valore aggiunto.

Perché tutto ciò funzioni è stato però necessario affiancare al progresso tecnologico e impiantistico un percorso di reskilling e upskilling delle competenze delle persone che si trovano ad operare con macchine e impianti più complessi.

Di fatto, con l’innesco della rivoluzione dell’industria 4.0 molte mansioni sono scomparse a favore di ruoli più “evoluti”.

Se questo però era il presente, e uso il verbo essere al passato pur parlando di oggi, con l’affermarsi sempre più spinto dell’Intelligenza Artificiale, ci troviamo ad affrontare non più una transizione evolutiva, ma un vero e proprio salto quantico.

Se adeguare il processo di digitalizzazione a questo salto che la nuova tecnologia, e in particolare l’AI chiede, è una sfida che tocca tutti i settori, guardando quello siderurgico, diventa ancora più importante convertire una struttura organizzativa, adeguandola ai processi di innovazione sia per quanto riguarda gli aspetti che vanno verso il 4.0, sia verso i modelli di sostenibilità ed economia circolare.

Le stesse acciaierie, fisiologicamente energivore, stanno progettando nuovi impianti alimentati ad idrogeno che, una volta operativi, richiederanno sviluppi gestionali sempre più complessi dove, a fare la differenza, sarà il modello di leadership applicato: non solo quindi tecnologia all’avanguardia, ma anche soft skill.

Se a tutto questo aggiungiamo il contributo dell’Intelligenza Artificiale risulta facile comprendere come, nel giro di pochi anni, muterà radicalmente il modo di apprendere e di lavorare, a scuola come nelle aziende.

Le organizzazioni non dovranno cambiare ma dovranno essere stravolte. I paradigmi organizzativi attuali non esisteranno più, si dovrà fare i conti con macchine pensanti in grado di proporre soluzioni, o decisioni, attingendo da esperienze e dati provenienti da tutto il mondo.

Se a prima vista questo potrebbe apparire uno scenario inquietante e da evitare, in realtà dobbiamo considerarlo un’opportunità per migliorare la qualità del lavoro.

Un’opportunità che può però concretizzarsi unicamente se al progresso tecnologico riusciamo ad affiancare nuovi modelli di leadership che sappiano accompagnare le persone nel cambiamento, nell’affrontare le incognite di un nuovo modo di lavorare all’interno della stessa azienda.

Tra le nuove competenze che i manager dovranno acquisire una sarà quella di aiutare le persone a non farsi sovrastare dalla mole complessa di dati e dalla complicatezza delle analisi, utilizzando l’Intelligenza Artificiale come alleato. In pratica i leader dovranno insegnare alle persone come governare tante informazioni, veloci e articolate e che il nostro cervello non può elaborare per quantità e complessità, per prendere decisioni.

Se non ci sarà questo accompagnamento, la paura di sentirsi inadeguati potrà creare forti situazioni di disagio, con conseguenze sul lavoro ma soprattutto sull’autostima delle persone.

L’estensione da parte del decreto Milleproroghe a tutto il 2023 dell’operatività del Fondo Nuove Competenze e la riapertura dei termini per la presentazione fino al 27 marzo delle domande costituiscono un’opportunità che non dovrebbe essere trascurata.

Serve aggiornare le competenze per colmare un gap nascente e non è semplice, perché alle fragilità del post covid si sono aggiunte le nuove tecnologie esplose con l’AI. Solo la formazione può aiutare imprese e lavoratori a non farsi trovare impreparati.


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